Hiroshi lore #3
Chi sono
disclaimer
Nel seguente testo sono trattati temi delicati come violenza sia fisica che psicologica, descrizioni esplicite di scene cruente e body horror.
Includere questi argomenti nella narrazione non equivale a glorificarli, il narrato si propone anzi di affrontare determinati argomenti ed esplorarli in modo critico. Inoltre, l’utilizzo di temi delicati è volto allo sviluppo dei vari personaggi.
Attenzione: scrittori, traduttori, giocatori e tutti gli altri professionisti che hanno partecipato alla creazione di questo contenuto non condividono né si identificano nella violenza descritta, che viene usata semplicemente come contenuto narrativo e drammatico.
Scena 1
Il viaggio
Ezekiel 25 17 | Detroit, USA – 2013
“… perché è in verità il custode di suo fratello e il custode dei figli smarriti, e la mia grandezza calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno…”
– Ezekiel 25 17, Rivisitato da Adine
Non era passato molto tempo dall’ingresso di Hiroshi nella società dei dannati: appena un paio di mesi; abbastanza da adattarsi al concetto di nutrimento, ma non abbastanza da farsi andare a genio le traversate notturne in fretta e furia, pilotate da quella incessante ansia di dover rientrare prima dell’alba.
I due Lasombra erano in macchina e avevano già percorso moltissimi chilometri, ma Hiroshi non aveva la più pallida idea di quale fosse la meta. Non era importante, fintantoché gli era permesso portare la sua Nintendo3DS e passarci il tempo durante gli spostamenti. Era così che completava Ace Attorney, uno dei suoi nuovi giochi preferiti. Si trovava bloccato in un punto del gioco difficile per molti, ma non voleva cedere all’idea di cercare soluzioni online.
“Senti un po’, tu sei che sei asiatico…”
“Sono Giapponese”
“Sì, sì. Giapponese. E visto che ci tieni a precisarlo, il tuo è un popolo serio, oppure no?”
“La domanda è mal posta. In che modo può essere stabilito e soprattutto secondo quali parametri?”
“Quali parametri? I soliti, no? Buon senso comune, linearità di pensiero, sostenibilità. Un’economia bilanciata, cibi che non siano sempre e solo processati, distanze e pesi che seguano il sistema internazionale. Non come certi paesi a cui non frega un cazzo degli altri e usano altri sistemi di misura”.
“Immagino di sì. Ritengo che il mio sia un popolo serio e con grande senso dell’onore e della responsabilità. Il cibo è salutare, direi. Per quanto riguarda distanze e pesi…c’era un sistema nipponico, ma alla fine ci siamo adattati facilmente. Il nostro è un paese sempre curioso e pronto all’importazione di nuovi concetti per farli nostri. Prima il sistema metrico… poi la particella di Yukawa, sai?”
“Se fai il nerd non riesco a fare le mie battute a effetto”.
Hiroshi smise di rispondere e Adine di parlare, anche perché la radio era sicuramente più di compagnia di quell’asiatico poco propenso allo small talk.
Stava rifacendo lo stesso giro di ispezioni e dialoghi per la decima volta, senza una chiara idea di cosa fare.
La radio, invece, sapeva bene come proseguire.
Il ragazzo spostò per un attimo l’attenzione dal display, quando Adine decise di alzare il volume della radio: stava canticchiando You Never Can Tell di Chuck Berry.
“Sei mai stato in Francia?”
“No, ma sono stato a Ginevra, e ho avuto colleghi Canadesi”
“Lascia stare i Canadesi. A Ginevra hai mai conosciuto dei francesi?”
“Non lo so, immagino di sì. Cosa c’entrano i francesi?”
“C’entrano sempre i francesi, fidati. Ok, allora… I francesi. Loro sono precisini, no? Ecco, sai come chiamano in Francia un quarto di libbra con formaggio?”
“Sono confuso… perché adesso usi il sistema imperiale, se sei tedesca?”
“Che palle, rispondi. Lo sai o no?”
“Traducendo alla lettera, si dice quart de livre du fromage ”
“Che cazzo, no! Incredibile che tu sia così intelligente e non sappia rispondere a una domanda semplice come questa. Riproviamo dai, Come chiamano 180 libbre di carne?”
“Cent quatre-vingt livres de viande?”
“No, sbagliato ancora”.
“E allora come si chiamano?”
“Se stanno in un bagagliaio, io le chiamo Christophe”
***
La strada secondaria era ancora lunga, il cielo, quella notte, particolarmente buio.
Adine guidava, mentre il ragazzo armeggiava adesso con il suo smartphone, alla ricerca di chissà quale verità sul motore di ricerca. Aveva abbandonato per un po’ il videogioco, ora preso da qualcos’altro.
Tra le varie query, il giovane cercava cose come ‘violenza eccessiva’, oppure ‘isteria di massa’ o ancora ‘porfiria, rallentamento della vita cellulare’. Non riuscì a trovare le informazioni che cercava, né spunti particolarmente utili per costruire nuovi ragionamenti sulla vera natura dei vampiri, ma tra tutte le pagine visitate, un annuncio colpì il suo interesse: un fast food lanciava un nuovo, squisito, panino.
Il ragazzo si risentì di non poterne più gustare uno. Da quando era diventato un mostro doveva nutrirsi da vene pulsanti o carcasse. Il suo sguardo malinconico si perdeva oltre il finestrino. La sire, pur non potendo vedere la sua espressione riflessa nello specchietto laterale, si immaginò comunque il rammarico del ragazzo. Non era un mostro di empatia, ma di certo era tutt’altro che stupida. Nonostante fosse chiaro che il ragazzo volesse a tutti i costi essere consolato, lei decise di ignorarlo, proseguendo per svariati chilometri, preferendo passare alla musica industrial.
Alla fine si sarebbe arreso a tenere il muso, e così fu.
“Non capisco.”
“Cosa, con esattezza?”
“Perché torturarlo, se poi devi ucciderlo. Non potevi semplicemente… ucciderlo?”
“Eh no. Inoltre mi servivano informazioni. Tutti sanno che la tortura è il miglior modo per ottenerle in modo sincero”
“Non sono d’accordo. Avresti potuto usare quella cosa che i vampiri fanno guardando negli occhi… quella ipnosi”
“Ti ho detto che si chiama Dominazione. E hai ragione, ma… usarla non sarebbe stato funzionale”
“Funzionale!? Quindi, dovrei dedurre che non lo hai fatto per puro sadismo? Non capisco davvero. Al di là della morale, avresti potuto risparmiare tempo usando la dominazione o altri metodi. Devo dunque ipotizzare che ci sia una ragione più profonda? Una perversa pratica? Un training alla crudeltà? Un rafforzamento dendritico?”
Adine sospirò. Lui era uno di quelli che dovevano razionalizzare qualunque cosa, stabilire un punto di inizio e uno di fine, per poi infilare una serie di processi – rigorosamente definiti – per completare l’analisi meticolosa e sentirsi più intelligente degli altri. Non sapeva cosa fosse l’istinto e se ci entrava in contatto per qualche sventurato motivo, non sapeva di certo come gestirlo.
“Gerarchia” disse lei infine “Lo faccio per espressione e dovere gerarchico. Esercitare potere, allenarsi tra l’espressione di autorità e autorevolezza. E sì, un po’ mi annoiavo, ma non potevo di certo andare al cinema o a gustare un panino al Burger King”
Quelle parole suonavano come pugnalate al petto per il ragazzo. Adine era stata attenta, e forse anche un po’ empatica. Quando voleva essere crudele, sapeva essere terribilmente empatica.
“Che poi, non è neanche il migliore. Dico, c’è il Mc Donald, Wendy’s, Jack-in-the-box”.
Hiroshi decise di continuare: “Perché un leader dovrebbe allenare l’autorità attraverso il terrore? Mi viene da pensare che debba imparare a gestire emozioni forti e negative, quel processo chiamato desensibilizzazione”
“Emozioni forti. Cazzo, ricordo il mio hamburger preferito. Big Kahuna Burger.
Se non hai gustato un hamburger di merda, non puoi di certo apprezzarlo. Quindi sì, è lo stesso che ho fatto con te, come dicevo: è funzionale.”
Il ragazzo cercò di fingere indifferenza: “Le emozioni sono delle scariche di potenziale che riportano dei feedback. Stai simulando eventi fortemente negativi per aiutare il tuo cervello a gestire queste scariche, un po’ come fanno i gatti quando giocano con qualche preda.”
“Non solo. Cercavo di farti cogliere qualche metafora intelligente, ma vedo che sei nerd nel modo sbagliato. In ogni caso, sì. Il nostro è un ruolo importante. Noi siamo custodi, siamo Lasombra. Dobbiamo abituarci alle tenebre, diventare tutt’uno con esse.”
Hiro scosse la testa “Per quanto logico ti possa apparire – intendo allenarsi a fare cose sempre più brutte in vista di quelle che dovremo eventualmente fare in futuro – in verità la tortura non è uno strumento biologicamente etico né utile. In un modello naturale anche le specie che vogliono il predominio non torturano: uccidono”
“Non puoi limitarti a uccidere tutti. Tra predatori, è funzionale esercitare controllo attraverso la paura.”
“Viviamo in una società che non richiede queste barbarie”
“Come no. Viviamo in una società dove le persone si fingono in un modo perché terrorizzate all’idea di essere giudicate. Succede in tutti i campi e specialmente online. Qualcuno esercita potere e incute timore su qualcun altro e spesso le masse si scannano su ciò che considerano socialmente intollerabile. Come le streghe nel medioevo, così oggi per qualcun altro”.
“Il tuo è sofismo. Ogni proposizione che abbia la pretesa di essere vera ha bisogno non solo di essere logicamente dimostrata vera, ma anche di prove scientifiche a supporto”
“Il solito bias degli scienziati o presunti tali. Non sempre ciò che non potete dimostrare non è vero, vedi i buchi neri di Einstein, o il bosone di Higgs. Siete sempre così propensi a riflettere la vostra incapacità di trovare prove a supporto sulla veridicità della teoria. Che coglioni.”
***
Adine scese dalla macchina, con un atteggiamento più simile a quello di un italo-americano quarantenne con troppa birra e cibo nello stomaco, che quello di una elegante reggente del Sabbat. Sbuffò, spazientita dall’atteggiamento passivo della sua progenie.
“Che poi, dimmi. Rompi le scatole con l’etica, quando è solo una questione di Marketing. Messaggi e comunicazione. Prendi McDonald e Burger King. Insomma, Burger King dice: perché mangiare con un pagliaccio, quando puoi farlo insieme a un Re? Se segui la metafora capirai bene che i cacciatori sono una specie di enorme Big Mac, con patatine immerse nella maionese.”
Lo guardava seria, in attesa di una reazione brillante che non arrivò. Ce la stava mettendo tutta, ma lui non recepiva.
“Intendo dire che i cacciatori possono uccidere e torturare centinaia di ghoul e non perdere nemmeno un briciolo della loro umanità. Fa schifo. Come la cazzo di maionese sulle patatine, no?”
“Ad alcuni piace mettere il Ketchup, altri la maionese. Altri ancora la mostarda e ci sono alcuni che mettono perfino il cheddar sulle patatine fritte. Intendi che è una questione di punti di vista?”
“Sì, la moralità è prestabilita da una cosa chiamata Sentiero. Il sentiero è un insieme di codici morali che sia umani che vampiri hanno. Se uccidi in virtù del tuo sentiero, non solo non perdi la tua umanità ma addirittura puoi arrivare a provare soddisfazione e orgoglio. Come ti dicevo: prima ammazzavano le streghe, poi gli eretici, poi gli innovatori e adesso i vampiri. Quando lo fanno, ne sono felici. Tu giudichi eticamente scorrette le mie azioni perché applichi un sistema morale scorretto e obsoleto, ossia quello degli umani, quando sei un vampiro e dovresti accettarlo”.
“Quindi, ritieni che io sia soggetto a un Bias secondo il quale comprendo le loro azioni e biasimo quelle dei vampiri perché non dispongo di un sentiero, oppure il mio sentiero morale è più vicino al loro che al mio. Ma dimmi, questo cosa c’entra con gli Hamburger?”
“Che è sempre e solo una questione di Marketing. Le nostre scelte e i nostri sistemi etici si basano su convinzioni che creiamo e consolidiamo nel tempo. Consideriamo eticamente corretto ciò che è giusto secondo il sistema morale che abbiamo deciso di adottare. Per gli umani è semplice: si tratta di sopravvivenza e sistemi appresi da bambini, passivamente. Ma per i Vampiri è tutt’altra cosa. Con l’eternità davanti e un mucchio di umani pronti a ucciderti al minimo errore, scegliere il sentiero etico-morale è fondamentale e il mio mi impone di essere la più forte, cazzuta, figlia di puttana del mondo di tenebra”.
Il ragazzo la guardò in silenzio. Rifletteva, in effetti, sulla fragilità delle basi morali di una persona. Dovevano di certo essere un errore nella macchina biologica chiamata cervello.
In verità lei aveva ragione, ma non voleva ammetterlo tanto facilmente, era in effetti troppo infantile e acerbo per mettere da parte il suo ego in favore della ragion pura. Quindi decise di ribattere.
“Non può essere una questione di Marketing o qualsivoglia atto persuasivo. L’etica e la morale devono essere elementi intrinsechi e perfino oggettivi in natura. L’etica serve a salvaguardare l’esistenza della maggior parte della specie. Inoltre, leggi basate su questa etica impediscono a coloro meno propensi al rispetto della morale di prevalere ingiustamente su altri gruppi di individui. Cosa che i vampiri fanno costantemente. I sentieri devono essere processi di definizione etica e morale perché si mantenga un equilibrio, come accade nel mondo animale”.
“Che discorso accorato e patetico. Vorrei ricordarti che la tortura è praticata nel mondo animale come forma di intrattenimento personale o rituale per stringere legami di branco.”
“Ma noi abbiamo tratti evolutivi che ci permettono di discernere. Per questo l’etica alla fine ha permesso un’evoluzione omogenea della specie. Ritengo che i vampiri si possano permettere certi atteggiamenti perché sono in pochi. Quanti ne contiamo in una metropoli: venti al massimo? Se fossero a migliaia, una società civile e un sistema etico rigoroso sarebbero fondamentali”.
“Quello che descrivi esiste e si chiama Camarilla, ma il suo lavoro non è stato grandioso. Anzi, fa schifo. Inoltre i salti evolutivi sono sempre avvenuti quando la gente andava contro l’etica e la morale: mi riferisco al divieto di sezionare cadaveri imposto dalla chiesa che ha rallentato la ricerca medica in modo drammatico, senza parlare della moderna medicina. Sono pochi gli animi ribelli che agiscono contro la morale comune per un bene superiore. Tra quelli ci sono i cacciatori – che lo fanno per salvarsi dalla minaccia di noi mostri – e chiunque altro non sia un codardo sprofondato nella comodità e nella mediocrità”.
“Quindi la costruzione di un sentiero è in pratica l’abbandono della moralità del sistema A per una moralità B più nuova e adatta alla propria nuova condizione e convinzioni. Uno strumento evolutivo in senso sociale, etnico o addirittura di specie?”
“Esatto. Il mio sentiero si chiama sentiero dell’Eleganza e, in questo sentiero, immorale è l’atto di perdere tempo, reprimere i propri desideri e fallire”.
“Una speciazione nella speciazione. Il sentiero è un mezzo psicologico e sociologico per sopravvivere, evolversi e preservare il proprio patrimonio ereditario”
“Vedo che inizi a capire. Ho torturato quello stronzo perché aveva scoperto cose importanti sulla Comune Singolarità, un concetto di cui nessuno dovrebbe essere a conoscenza. Non sempre con la Dominazione si ottengono le informazioni necessarie, alcune reazioni possono emergere solo andando a stimolare aree particolarmente primitive del cervello. Essere un custode è difficile e sporcarsi le mani, crudele o meno che sia, è necessario quando si tratta di salvare il culo a migliaia di vampiri e non solo. Fidati che per questi propositi perfino uno sterminio di massa è incredibilmente etico secondo il nostro sentiero. Ora andiamo, dobbiamo distruggere tutte le prove nel buco di culo di questo coglione e poi farlo fuori, non abbiamo tutta la notte.”
Scena 2
Discorso sui vampiri
I due lasombra giunsero finalmente al covo di Christophe, una sorta di baita dall’aspetto decadente persa nelle profondità di un bosco, che cominciarono a perquisire: l’obiettivo era trovare tutto ciò che potesse essere considerato confidenziale. Molti documenti e appunti parlavano di cose che il ragazzo non riusciva a prendere sul serio nemmeno per un istante: dimensioni, strati, reami e piani. Si citavano l’ordine di Hermes e altre lobby esoteriche, cultisti discendenti dai nativi americani, fino a una mappatura che ricordava più Dungeons and Dragons che una geografia plausibile del mondo reale.
Hiroshi scorse alcuni documenti, che iniziò a leggere. Adine si mise a sedere, quasi in attesa di qualcosa. Ascoltava la progenie con fare annoiato.
“Caino, il primo vampiro tra tutti, è stato maledetto da Dio e accolto dalla dea Oscura. Una volta sulla terra, questi mancò alla sua promessa di non condividere con umani il suo potere, attraverso l’abbraccio. Generò prole vampirica che generò prole vampirica a sua volta. Oggi si pensa che il Primo Vampiro possa fare ritorno per mettere fine alle lotte sanguinose dei suoi figli. Altri pensano, invece, che saranno gli Antidiluviani, vampiri di terza generazione, a risvegliarsi e divorare tutti gli altri. Questo evento è chiamato dai vampiri la ‘Gehenna’, ma non tutti i vampiri vi credono. In particolare la Camaril-”.
Hiroshi si interruppe.
“Si dice Camarilla, te ne parlavo prima. E’ una setta di vampiri opposti alla nostra fazione. Il nome di Camarilla è dovuto all’intervento di uno spagnolo nei primi concili, Rafael de Corazon, e in spagnolo Camarilla indica una cricca, un gruppo… una lobby. Per questo avevamo pensato di chiamarci Sabbat. Camarilla sa di signorotti borghesi con la puzza sotto il naso, Sabbat è cazzuto”.
Hiroshi riprese a leggere:
“La Camarilla è ufficialmente formata dai seguenti clan: Ventrue, Toreador, Gangrel, Malkavian, Tremere. Accoglie poi alcuni Orfani di clan, chiamati Vili…Come suona tragico questo ‘orfani di clan’… non c’era un termine più adatto?”
“No, perché sono patetici. I vili stanno sul cazzo a tutti perché sono vampiri senza sire. Abbandonati o senza un lignaggio chiaro: dei cani bastardi senza padrone. Anche noi ce li abbiamo, i cani bastardi, e sono certamente più furbi. Abbaiavano a non finire. Così tanto che alla fine per non farci più scocciare, noi lasombra abbiamo dato loro una dignità e li abbiamo chiamati Pander, in onore del primo che decise di prendere le palle in mano e chiedere un minimo di riconoscimento”
“Rivoltosi e idealisti, capisco… continuo a leggere. La maggior parte dei nomi dei clan derivano dall’antico nome dei loro antidiluviani, vampiri che discendono dalla prole diretta di Caino. Sono infatti essi vampiri di terza generazione, padri delle linee di sangue vampiriche e motori della vampirica lotta secolare chiamata Jyhad vampirica. Un esempio è Malkav per il clan malkavian, chiamati anche Lunatici.”
Adine sbuffò “Non sempre, in alcuni casi abbiamo chiamato gli antidiluviani con il nome del clan per comodità o mancanza di alternative. In altri, le motivazioni sono varie e non sempre individuabili.”
“Ho trovato delle informazioni sui clan. Toreador, vampiri immersi nell’arte e nella vita mondana mortale, allineati alla Camarilla”
“Esilaranti. Stupidi, emotivi e isterici. Mossi da pulsione artistica e passioni che sfiorano il ridicolo. Ad esempio: la loro antidiluviana, Arikiel -o Ishtar, fai te- si innamorò di un torero e chiamò il suo clan Toreador per questo motivo” Adine scoppiò a ridere “Esilarante, che coglioni!“
“In effetti, un motivo poco condivisibile. Insieme ai Toreador in cima alla Camarilla vi sono i Ventrue, vampiri legati al potere e alla politica, immischiati negli affari mortali.”
“Tra tutti i vampiri, sono quelli che detesto di più. Vogliono comprare tutto con i soldi, in particolare la lealtà. Per questo è nato il Sabbat. Tempo fa gli antichi vampiri non si preoccupavano di nascondersi dai mortali, né limitavano le loro esibizioni notturne. Quando i mortali si sentirono troppo in pericolo, venne fondata la Società di Leopoldo: l’organizzazione di cacciatori di vampiri – ma anche di altri soprannaturali – il cui scopo era quello di farci fuori tutti. Allora Ventrue e Toreador decisero di fondare la Camarilla e stabilire delle regole che tutti i vampiri dovevano osservare: ripartizione e rispetto dei rispettivi territori, responsabilità verso i più anziani, regole per poter abbracciare, abolizione di atti di cannibalismo tra vampiri e la Masquerade.”
“Deduco sia quella pratica di nascondersi dagli umani e fingere di non esistere. Da umano non ho mai avuto nessun contatto con i vampiri né ho mai creduto che questa nuova specie – pubblicizzata da videogiochi, film e romanzi – potesse essere reale.”
“Bingo. I ventrue dichiararono la Camarilla setta universale dei vampiri e cercarono di comprare la lealtà di tutti, ma quella la ottieni con carisma, passione e dedizione. Ce l’hai ispirando la gente, non mettendola in una scala gerarchica basata su un classismo economico o sociale”.
“Quindi avete detto di no e avete fondato il Sabbat?”
“In poche parole, sì. Alcuni hanno declinato l’invito e hanno scelto di rimanere indipendenti, ma comunque in buoni rapporti con la Camarilla. Altri… se la sono legata al dito. In particolare Lasombra e Tzimisce. Non abbiamo apprezzato l’opera del clan Tremere”.
“Leggo che i Tremere sono stregoni del sangue, senza un antidiluviano”.
“Lo hanno in verità. Era umano e insieme a degli amici ha rubato sangue ai vampiri. Qualcuno dice che cercassero l’elisir di vita eterna, quindi hanno usato i vampiri facendo un casino. Per questo molti li chiamano ‘usurpatori’. Stupida mossa la loro, erano Maghi e hanno distrutto il loro Avatar per una cazzata, ovviamente non potevano saperlo”.
Hiroshi posò i documenti. “Maghi?”
Non poteva credere alle sue orecchie. Non solo vampiri, ora anche i maghi. Più andava avanti nelle sue conversazioni con la sire, più stupidaggini senza senso si aggiungevano a quelle già accumulate.
“Poi te lo spiego, c’è un momento e un luogo per ogni cosa ”.
“Il professor Oak?”
Adine annuì. Era davvero nerd nel modo sbagliato.
“Ci sono tredici linee maggiori di sangue, che corrispondono ai tredici antidiluviani, i figli dei figli di Caino: Irad, Enoch e Zillah, anche se probabilmente ne ebbe qualcuno in più. In ordine alfabetico sono Assamiti, Brujah, Cappadoci, Gangrel, Lasombra, Malkavian, Nosferatu, Ravnos, Seguaci di Set, Tremere, Toreador, Tzimisce e Ventrue. I Cappadoci sono stati uccisi e sostituiti dai Giovanni, mentre i Ravnos sono stati fatti fuori dal loro antidiluviano”.
“Leggo che nella Camarilla ci sono Brujah, Gangrel, Malkavian, Nosferatu, Tremere, Toreador e Ventrue. Mentre nel Sabbat solo Lasombra e Tzimisce”.
“Non è proprio corretto. Quando alcuni membri di un clan vanno contro l’allineamento predefinito, vengono chiamati Antitribu. Se un Ventrue decidesse di allearsi al Sabbat, verrebbe chiamato Ventrue antitribu e spesso biasimato e cacciato dal proprio Clan originale”.
“Quindi ci sono anche Tzimisce e Lasombra antitribu che hanno deciso di allinearsi alla Camarilla?”
“Non dire sciocchezze, certo che no.”
“Ma sarebbe plausibile”
“Un Lasombra che decidesse di diventare antitribu verrebbe ucciso prima ancora di arrivare a dichiarare la sua intenzione”.
“Capisco. In ogni caso, cosa fanno invece gli altri Clan? Intendo Assamiti, Giovanni, Ravnos e Seguaci di Set”.
“Si fanno i cazzi loro, naturalmente. Che equivale a essere indipendenti e ligi solo alle regole del proprio clan.”
“Ha senso, quindi un vampiro può decidere di allinearsi al Sabbat, alla Camarilla oppure di restare indipendente.”
“Non necessariamente: ci sono vampiri che si allineano con una specie di setta-non-setta, chiamata movimento anarchico. Il Sabbat nacque come movimento anarchico, quando la Camarilla fu annunciata. Quando la Camarilla propose un trattato, gli anarchici si divisero in anarchici senza palle e anarchici cazzuti. Noi siamo quelli cazzuti.”
Hiroshi continuò a scorrere i documenti, passando a rassegna i Clan rimanenti.
“Assamiti: assassini originari del medio oriente.”
“Assassin’s creed, ma senza la colonna sonora figa, né l’animus. Li usano tutti come sicari”.
“Brujah: filosofi, pensatori, attivisti e esaltatori di folle”.
“A volte chiamano carisma le loro mazze chiodate. Non sono diversi dagli universitari che fanno proteste e attivismo. Una gran rottura di coglioni”.
“Gangrel: nomadi, affini con gli animali. Possono trasformarsi in predatori”.
“Animali, appunto.”
“Giovanni: Necromanti italiani distribuiti in una linea genealogica di parentela mortale”.
“Incestuose teste di cazzo. Hanno ucciso i cappadoci e ora ne sono la brutta copia. Tipo il padrino, ma con i personaggi di Casper come guest star.”
“Malkavian: Alienati, in grado di portare follia nelle vittime”
“Sopravvalutati come pericolo e sottovalutati come risorse. Hanno una mente ad alveare – quando vogliono”.
“Nosferatu, contrabbandieri di informazioni e abitanti del sottosuolo”.
“Si, vincono concorsi di bellezza ogni anno”.
“Cosa intendi dire?”
“Non hai mai visto il film? In ogni caso, sono molto individualisti, ma utili. Se ti serve qualcosa, puoi chiedere a loro. Di solito si fanno ripagare nei modi più bizzarri, ma te la caverai”.
“Capisco. Ravnos… Zingari?”
“Si, nel 90% dei casi. Ma non ci sono più, hanno probabilmente pestato il piede sbagliato. Sono spariti, andati. Pare che il loro antidiluviano si sia svegliato e li abbia fatti fuori”.
“Seguaci di Set. Intendi… il terzo fratello di Caino e Abele?”
“No, scheggia. Il set egiziano.”
“Quindi sono un culto religioso”.
“Sono IL culto religioso. Simpatici, tutto sommato. Fanno raduni sessuali di dubbio gusto, costruiscono templi sotterranei che farebbero gola a tutti i fissati di Indiana Jones e Tomb Raider”.
“Sembrano fuori di testa.”
“Non immagini quanto. Se ne vedi uno, non farci accordi. Prima ancora che tu ci abbia scambiato una parola, sei già fottuto”.
“Non ci sono persone per bene tra i vampiri a quanto vedo. In ogni caso, Tzimisce. Demoni?”
“Si tratta solo di un nomignolo. Non sono davvero demoni, ma ci vanno parecchio vicino.
Sono scultori della carne. Nella società vampirica, solo loro sono in grado di modificare l’aspetto di un vampiro e fare in modo che queste modifiche permangano nel tempo.”
“Questo immagino sia il modo in cui è stato possibile occuparsi della mia fisicità”
“Bingo. Sono molto utili, brave persone. Un particolare amore per la tortura e un kink incomprensibile per le tradizioni e la cortesia”.
“Bene, qui ho finito. Tu hai trovato ciò che cercavi?”
“Non ancora, ma sono sicura che Christophe sia tanto prevedibile quanto patetico. Non hai scordato i Lasombra?”
“Li ho saltati. C’erano scritte stronzate: tipo che siamo emersi dall’abisso e portiamo nel mondo l’anima nera degli inferni più oscuri. Non ci riflettiamo perché la bontà divina ha avuto pietà della luce, la quale non può rifletterci. Questo è sciocco: dovremmo essere come corpi neri, in grado di assorbirla tutta e non riemetterla.”
Adine rise. “Non hanno torto. Poi, se la tua teoria fosse corretta, non dovremmo essere in grado di essere visti nemmeno a occhio nudo.”
“Credi di più alla teoria della bontà divina?”
“Chissà.”
Scena 3
Brucia, bella, brucia!
3 AM.
Hiroshi aprì il cofano della macchina per recuperare Christophe, con aria riluttante. La sigaretta stretta tra i denti e un paio di guanti già sporchi di sangue che Christophe perdeva dalla bocca.
Due schiaffi sulla guancia per risvegliarlo.
Gli slegò le gambe per farsi seguire, con aria silenziosa ma irritata.
Il cacciatore, invece, sembrava non voler smettere di parlare: sermoni e messaggi, giudizi e critiche contro il giovane vampiro che stava solo svolgendo il suo ingrato e indesiderato compito.
Per fortuna la macchina distava solo cento metri dal covo, per cui la tortura religiosa non durò a lungo. Ora sarebbe cominciata quella idealistica della Sire, e quella, purtroppo, non sarebbe finita mai.
Una volta oltrepassata la porta, Hiroshi mise il cacciatore a sedere e lo legò con cura alla sedia, perché Adine potesse finalmente sentirsi soddisfatta. La donna si avvicinò allo sventurato.
Un suono di accendino.
Una sigaretta tra le labbra del cacciatore.
“Allora, Christophe. Direi che siamo partiti col piede sbagliato. Riproviamo, ok?
Io sono Adine, una grandissima fan di voi teste di cazzo di Leopoldo. Ammiro davvero il lavoro di pulizia e ordine che fate, lo giuro. Proprio grazie a questa ammirazione sono qui a proporti un accordo: tu mi dai ciò che cerco e io non ti faccio fuori, così domani puoi tornare a fare l’eroe della Marvel. Che ne dici?”
“Non faccio affari con voi schifosi agenti del caos. Maledetti da Dio, abominevoli reietti del cosmo!”
Adine riprese la sigaretta dalle sue labbra per fumarla. “Capisco.”
Strati di densa ombra si levarono intorno a loro: il Manto di Tenebra, una delle manifestazioni percepibili dell’abisso.
In quel nero denso e impenetrabile, Christophe – come chiunque altro umano – non poteva né udire, né vedere, ma solo cedere solo al terrore più profondo.
Hiroshi poté però sentire quelle urla.
La donna lo stava torturando usando l’Abisso e il ragazzo non poté fare a meno di distogliere lo sguardo.
“Allora, Christophe. Ti senti più rilassato adesso?”
Il cacciatore tremava.
“Ti senti più rilassato, si o no?”
“S-Si. Mi sento più rilassato.”
“Bene. Ora mi rilasso anche io. Fumiamo insieme, Christophe. Così possiamo conversare tranquilli. Ci conosciamo, scambiamo due chiecchiere e io posso tornarmene a fanculo nella mia splendida casa, mentre tu resti in questa bettola a pregare il tuo signore del cazzo”.
Christophe deglutì.
“Perciò correggili con fermezza…” recitava tra sé e sé “Perché vivano sani nella fede e non diano retta a favole giudaiche e a precetti di uomini che rifiutano la verità. Tutto è puro per chi è puro, ma per quelli che sono corrotti e senza fede nulla è puro: sono corrotte la loro mente e la loro coscienza”.
“Oh, carino. L’hai imparato al catechismo o sono queste le stronzate che vi insegnano anziché imparare a non farvi fare il culo da un Lasombra?”
L’uomo la ignorava “Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, essendo abominevoli e ribelli e incapaci di fare il bene” continuò. Adine lo interruppe.
“Ne conosco anche io una, ma al momento non mi torna in mente. Nel frattempo che faccio mente locale, dimmi: tu vieni da un paese serio oppure no?”
Christophe non rispose, Adine allora diede un calcio rovesciandolo a terra.
“Quale cazzo è il tuo paese?”
“I-io sono di origini francesi!”
Lo strattona, tirandolo su per il colletto.
“M-ma vengo dal Regno Unito”
Adine ride, riprendendo a fumare. “Cazzo, Christophe. Per un pelo… saresti stato quasi figo.
E dimmi, quale sistema del cazzo usate nel vostro paese?”
“Il sistema imperiale”.
“Hai sentito, figlio? Usano il sistema imperiale. Precisamente la lunghezza del loro minuscolo cazzo, non mi dire!”.
Christophe tirò su il collo per non strozzarsi con la sua stessa saliva. Adine lo tirò su con un tentacolo.
“Quindi sei stato in Francia”
Christophe annuì.
“E allora dimmi un po’, visto che siamo così fortunati da avere un britannico testa di cazzo con una baguette infilata su per il culo, mi sai dire come si dice in francese ‘Un quarto di libbra con formaggio’?
“Vaffanculo”.
“E dai, non ti ho chiesto mica la luna. Solo una piccola traduzione, per un’appassionata cinefila come me”.
“Fai ciò che devi fare e non indugiare oltre con queste stupide domande”
“Che c’è, non ti piacciono le baguette su per il culo? Troppo morbide, in effetti. Vorresti qualcosa di più duro?”
“Vaffanculo ho detto!”
“Guarda che non c’è niente di male, fa ciò che ami e vivi in libertà. Certo il tuo Dio potrebbe anche essere meno severo se i suoi piccoli cagnolini ogni tanto vogliono accoppiarsi. Perché mi guardi così? Ti sei forse innamorato? Non dirmi che vuoi uno dei miei tentacoli su per il culo?”
“VAFFANCULO!”
Adine scoppiò a ridere.
Una risata sadica, crudele, quella di un predatore che si prepara a fare la sua mossa definitiva.
“Hai esattamente 3 secondi per dirmi dov’è il documento sulla MIA cazzo di singolarità, oppure giuro che ti infilerò così tanti tentacoli su per il culo che ti trasformo in una di quelle troiette giapponesi che piacciono tanto a mio figlio”
Gli occhi di Christophe saettarono rapidi verso il muro, ma si rifiutò un’ennesima volta di parlare.
“Mh? Il quadro?” fece lei. Gli occhi di lui si sgranarono appena.
“Christophe, Christophe. Devi imparare a controllarti, altrimenti le tue emozioni – specialmente la paura e la rabbia- ti tradiranno, proprio quando non dovrebbero. In ogni caso ti ringrazio. Posso prendere questa, vero?” indicando la sua borsa.
Un rapido passo la portò verso un quadro che a Hiroshi apparve bellissimo. Dante e Virgilio osservavano un dannato azzannare l’altro.
“VAFFANCULO, MOSTRO!”
“Ma vaffanculo tu!” disse lei sollevando il contenuto “Ingegnoso, devo dire. Mi piace. Vediamo se è quello che penso, Christophe.”
Il rilevatore UV trovato nel borsone mostrò rapidamente un testo riflesso orizzontalmente sul quadro.
“Immagino questa sia la tua luce divina, Christophe” disse, prima di staccare il quadro “Questo viene con noi, mentre tu, Christophe, puoi andare all’inferno”.
Scena 4
Il Panino
Le lingue di fuoco lambivano l’aria, portando con loro le conoscenze e la materia che avevano composto quella catapecchia. Divoravano segreti che ora sarebbero rimasti tali.
Il covo di Christophe bruciava alle spalle di Hiroshi, che si dirigeva verso la macchina dove Adine lo stava aspettando a diversi isolati da lì, scorrendo i suggerimenti di Youtube.
Entrato in auto sentì un fortissimo odore di Fast Food.
Non disse una parola: rimase con un’espressione contrariata e le braccia incrociate.
“Mi sono ricordata quel passo della Bibbia. Peccato che Christophe non sia più tra noi, gli sarebbe piaciuto!”
Hiroshi non rispose.
“Ezechiele, 25:17. Il cammino del cainita è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli altri mostri cocciuti e deboli e dalla stupidità dei mortali ignoranti. Benedetto sia colui che nel nome della verità e della buona volontà conduce i cainiti e tutti gli altri attraverso la valle delle tenebre, perché è in verità il custode di suo fratello e il custode dei figli smarriti, e la mia grandezza calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei principi, e tu saprai che il mio nome è quello della Tenebra quando farò calare la mia vendetta sopra di te”.
“Mh. Pulp Fiction, ma rivisitato.”
“Che c’è, ti girano le palle?”
“Risposta affermativa. Non comprendo perché tu abbia dovuto fare quella cosa. Intendo, la Dominazione. Avevi detto che non era un modo Elegante per esercitare potere, e ora invece lo fai? Sei incoerente, irrispettosa e anche molto sgarbata”.
“Sono molto sgarbata?” iniziò a ridere.
“Sì, a usare la tortura psicologica contro di me. Non sono uno stupido. Sai che detesto quella roba e non hai esitato a usarla. Sei stata veramente sgarbata”.
“Ti ho solo chiesto di simulare un suicidio e dare fuoco a tutto.” Era divertita e la rabbia del figlio sembrava divertirla ulteriormente, forse per questo infieriva tanto “Non le impari queste cose, in tutte le stracazzo di stronzate che guardi su Netflix?”
“Che bisogno c’era di ucciderlo? Potevi Dominarlo e fargli scordare tutto.”
“Non è così semplice e poi io e Christophe siamo colleghi. Intendo, entrambi ripuliamo il mondo dalla merda, ho solo svolto il mio lavoro. Dovresti farmi i complimenti, piuttosto”.
Hiroshi sbuffò, per poi riprendere tra le mani la sua alleata di elucubrazioni.
Accese la sigaretta e si rifugiò nel silenzio.
Adine rise. “Dai, tieni. Mangia questi panini e dimmi quale è il più buono tra tutti”.
Il ragazzo la ignorò “Perché quel quadro era così importante? C’era scritto qualcosa in latino” domandò invece.
“Prendi il panino ti ho detto, non è il momento per parlare di quel dannato quadro”.
“Se non ci hai mandato un Ghoul o qualche altro vampiro, doveva essere davvero importante”
“Sei sordo? Mangia quel cazzo di panino”
Hiroshi sospirò, più uno sbuffo esasperato che un vero sospiro, poi con riluttanza cominciò a mangiare.
Bastò poco, al massimo qualche minuto, poi Hiroshi si gettò sullo sportello, aprendolo per gettarsi a terra e vomitare “Vaffanculo!” imprecò contro la sire, che era scoppiata a ridere di nuovo.
“Vedi?” disse lei “Non c’è bisogno di preoccuparsi di quale tra i due sia meglio, perché noi siamo Cainiti e non abbiamo bisogno di questa merda. Non ci riguarda. Non siamo più umani, non possiamo farci toccare da queste sciocchezze.”
“Mi hai procurato un rigurgito solo per insegnarmi questo?”
“Certo che no, coglione. Volevo solo punirti, è tutta la sera che ignori le mie citazioni brillanti di Pulp Fiction”.
“Beh, una cosa posso dirla. Non aveva senso chiamarlo Christophe”
“Cosa?”
“180 libbre di carne”
“E allora, tu come le avresti chiamate?”
“Tony Rocky Horror, ovviamente”.